La recente notizia che un noto e bravo calciatore è stato colto da un disturbo del circolo cerebrale la cui origine è stata messa in relazione con un’alterazione anatomica cardiaca, descritta come pervietà del forame ovale, continua a suscitare apprensione e timori nei genitori che avviano i propri figli ad attività sportive e a quanti praticano in generale attività fisica a tutti i livelli, da quello agonistico, a quello ludico e amatoriale.
L’opinione pubblica si chiede com’è possibile che un calciatore professionista presso importanti club italiani, convocato ed ormai titolare nella Nazionale, con esperienze di campionati europei, possa essere portatore di una “malformazione”, come descritto dai media, il cui trattamento è consistito in un atto operatorio. Per migliorare i nostri livelli di conoscenza e saper dare le giuste risposte agli utenti che si rivolgano ai nostri ambulatori di cardiologia e medicina dello sport chiediamo al Dott. Tommaso Acquaviva, responsabile laboratorio di Ecocardiografia di III livello e dell’Unità di Cardiopatie Congenite Adulti, presso U.O. di Cardiochirurgia (D.E.T.O.) dell’Università di Bari, di rispondere alle nostre domande: